Contro la disoccupazione giovanile che in Emilia Romagna colpisce quasi 90 mila giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano, Coldiretti, Fondazione Duemila e Camst lanciano il primo 'corso espresso' di alta cucina per aiuto-cuochi denominato “Cibo, qualità ed equità: un percorso formativo per creare occupazione”.
Un progetto nato per cercare di dare una prospettiva ai giovani con un corso di formazione di alto livello, sostenuto dal Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economia dell’Università di Bologna, e guidato dallo chef Mario Ferrara del noto ristorante Scacco Matto di Bologna.
Coldiretti, con la rete delle aziende di Campagna Amica, fornirà i prodotti dell'agricoltura e dell'allevamento del territorio regionale, mentre Fondazione Duemila metterà a disposizione i locali e le attrezzature di cucina.
Per il corso sono già stati selezionati 17 disoccupati tra i 18 e i 29 anni (otto ragazzi e nove ragazze) che a partire da mercoledì 26 febbraio, per dodici settimane, fino a luglio, inizieranno la scuola guidati personalmente dallo chef Mario Ferrara nei locali della Casa del Popolo "Corazza" di via San Donato a Bologna.
L'iniziativa è prevista per il 12 ottobre 2013 e prevede l'apertura delle 123 strutture sparse per l'Emilia Romagna. In programma concerti, incontri e iniziative. Mauro Roda, presidente della Fondazione Duemila: "Vogliamo provare ad essere utili nelle mutate condizioni sociali"
Alcuni mesi dopo essere stata presentata in altre città italiane, è arrivata a Bologna, in Sala Borsa, la mostra sulla storia del Partito comunista italiano (Pci), inserita tra gli eventi celebrativi dei centocinquant’anni dell’Unità italiana. La mostra è stata ideata e organizzata dalla Fondazione Istituto Gramsci e dalla Fondazione Cespe (Centro studi politica economica) e raccoglie il patrimonio archivistico della Fondazione Istituto Gramsci, della Fondazione Cespe e di archivi pubblici e privati, tra cui spiccano l’Archivio de L’Unità e l’Archivio audiovisivo del Movimento operaio e democratico. Essa si propone di raccontare la storia del Pci soprattutto attraverso immagini in formato digitale e audiovisivi. Questa scelta rende la visita di facile approccio anche per il visitatore occasionale. La mostra è divisa in sezioni cronologiche, corredate da brevi pannelli di sintesi della storia del Pci: talvolta, per alcuni passaggi importanti, come la Liberazione, il 1956 e il 1968, il contenuto appare però un po’ troppo stringato. Le informazioni sono corredate da materiale audiovisivo di ottima qualità, che offre percorsi tematici e interattivi per epoca, ove il pubblico può scegliere tra i filmati proposti. Per ogni sezione cronologica, vi è un modesto apporto di materiale originale, tra cui stampe, giornali, vecchie tessere, che possono facilmente richiamare il visitatore a un suo percorso di memoria personale. Una delle parti interattive più interessanti è costituita dai pannelli che propongono i documenti originali digitalizzati: si può sfogliare il verbale della drammatica riunione del Comitato centrale dopo l’invasione dell’Ungheria, nel 1956, oppure il verbale di espulsione del gruppo de «il Manifesto». Manca invece, ed è un peccato, un qualsiasi documento sull’invasione di Praga del 1968. È possibile inoltre sfogliare digitalmente i manoscritti originali dei Quaderni delcarcere di Gramsci. Accanto a questi pannelli vi è una raccolta digitale d’immagini di partigiani e di manifesti del Pci che mancano, però, di un apparato critico, titoli e didascalie, e sono quindi di difficile collocazione cronologica e interpretativa.
La parte migliore per la qualità dei documenti proposti, completamente digitali e interattivi, riguarda la storia del partito nell’area bolognese e romagnola. L’azione locale del Pci è rappresentata, da immagini, filmati e altro materiale rari e di buona qualità. La mostra ne offre una sintesi che consente, comunque, di cogliere la specificità del percorso politico del Pci in Emilia Romagna e a Bologna. Da rimarcare i filmati autoprodotti dal partito, stupefacenti per la modernità di esecuzione e di comunicazione, sobri e accattivanti, che avevano lo scopo di presentare l’azione di governo comunista a Bologna.