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Giovani e disoccupazione: un corso di alta cucina per trovare lavoro

Contro la disoccupazione giovanile che in Emilia Romagna colpisce quasi 90 mila giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano, Coldiretti, Fondazione Duemila e Camst lanciano il primo 'corso espresso' di alta cucina per aiuto-cuochi denominato “Cibo, qualità ed equità: un percorso formativo per creare occupazione”.

Un progetto nato per cercare di dare una prospettiva ai giovani con un corso di formazione di alto livello, sostenuto dal Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economia dell’Università di Bologna, e guidato dallo chef Mario Ferrara del noto ristorante Scacco Matto di Bologna.

Coldiretti, con la rete delle aziende di Campagna Amica, fornirà i prodotti dell'agricoltura e dell'allevamento del territorio regionale, mentre Fondazione Duemila metterà a disposizione i locali e le attrezzature di cucina.

Per il corso sono già stati selezionati 17 disoccupati tra i 18 e i 29 anni (otto ragazzi e nove ragazze) che a partire da mercoledì 26 febbraio, per dodici settimane, fino a luglio, inizieranno la scuola guidati personalmente dallo chef Mario Ferrara nei locali della Casa del Popolo "Corazza" di via San Donato a Bologna.

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Riccardo Caporale, “Avanti popolo”. Il Pci nella storia d’Italia

da PERCORSI STORICI Rivista di storia contemporaneaEmail
“Avanti popolo”. Il Pci nella storia d’Italia
Alcuni mesi dopo essere stata presentata in altre città italiane, è arrivata a Bologna, in Sala Borsa, la mostra sulla storia del Partito comunista italiano (Pci), inserita tra gli eventi celebrativi dei centocinquant’anni dell’Unità italiana.
La mostra è stata ideata e organizzata dalla Fondazione Istituto Gramsci e dalla Fondazione Cespe (Centro studi politica economica) e raccoglie il patrimonio archivistico della Fondazione Istituto Gramsci, della Fondazione Cespe e di archivi pubblici e privati, tra cui spiccano l’Archivio de L’Unità e l’Archivio audiovisivo del Movimento operaio e democratico.
Essa si propone di raccontare la storia del Pci soprattutto attraverso immagini in formato digitale e audiovisivi. Questa scelta rende la visita di facile approccio anche per il visitatore occasionale.
La mostra è divisa in sezioni cronologiche, corredate da brevi pannelli di sintesi della storia del Pci: talvolta, per alcuni passaggi importanti, come la Liberazione, il 1956 e il 1968, il contenuto appare però un po’ troppo stringato. Le informazioni sono corredate da materiale audiovisivo di ottima qualità, che offre percorsi tematici e interattivi per epoca, ove il pubblico può scegliere tra i filmati proposti. Per ogni sezione cronologica, vi è un modesto apporto di materiale originale, tra cui stampe, giornali, vecchie tessere, che possono facilmente richiamare il visitatore a un suo percorso di memoria personale.
Una delle parti interattive più interessanti è costituita dai pannelli che propongono i documenti originali digitalizzati: si può sfogliare il verbale della drammatica riunione del Comitato centrale dopo l’invasione dell’Ungheria, nel 1956, oppure il verbale di espulsione del gruppo de «il Manifesto». Manca invece, ed è un peccato, un qualsiasi documento sull’invasione di Praga del 1968. È possibile inoltre sfogliare digitalmente i manoscritti originali dei Quaderni del carcere di Gramsci.
Accanto a questi pannelli vi è una raccolta digitale d’immagini di partigiani e di manifesti del Pci che mancano, però, di un apparato critico, titoli e didascalie, e sono quindi di difficile collocazione cronologica e interpretativa.
La parte migliore per la qualità dei documenti proposti, completamente digitali e interattivi, riguarda la storia del partito nell’area bolognese e romagnola. L’azione locale del Pci è rappresentata, da immagini, filmati e altro materiale rari e di buona qualità. La mostra ne offre una sintesi che consente, comunque, di cogliere la specificità del percorso politico del Pci in Emilia Romagna e a Bologna. Da rimarcare i filmati autoprodotti dal partito, stupefacenti per la modernità di esecuzione e di comunicazione, sobri e accattivanti, che avevano lo scopo di presentare l’azione di governo comunista a Bologna. 
La mostra centra quindi i suoi obiettivi: informare e coinvolgere un vasto pubblico, non necessariamente esperto di storia contemporanea.
Ci auguriamo che, con le stesse modalità, possano essere allestite altre mostre, su temi contemporanei, che invitino a riflettere sul nostro recente passato.
Questo contributo si cita: R. Caporale,“Avanti popolo”. Il Pci nella storia d’Italia, in «Percorsi Storici», 0 (2011) [http://www.percorsistorici.it/component/content/article/10-numeri-rivista/numero-0/34-riccardo-caporale-avanti-popolo-il-pci-nella-storia-ditalia]

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